Giornata mondiale della gentilezza.

Gentilezza. Proprio quella ci ha accarezzato oggi nell'incontro con Elena. Entrata tra noi in punta di piedi e con una disarmante, meravigliosa semplicità.

Gentilezza. Quella delle sue parole nel raccontarci della danza ancor prima della terapia.

Nessun Assemblé, nessun Plié o, meglio, nessuno 'visivamente' parlando, nessuno regolarmente strutturato. Perché tutto quel movimento, arioso, vaporoso, delicato ce lo siamo portato dentro lungo tutto il tempo passato con lei.

Gentilezza. Quella della poesia con la quale Elena ci ha parlato di una materia che, all'apparenza, con le rime ed i versi sembra non averci proprio niente a che fare, l'Anatomia.

Ma noi siamo muscoli, tendini, organi, ossa, pelle... e con tutto questo 'sentiamo', 'percepiamo' noi stessi, le relazioni che intrecciamo con gli altri, con il mondo fuori. Tutto passa attraverso, siamo corpo e mente, mente e corpo.

L'Anatomia, allora, è poesia, altroché se lo è!

Gentilezza. Quella del tocco dei colori sul foglio bianco che ha accolto la nostra forma dei polmoni, del nostro respiro. Il nostro primo passo.

E poi, ancora Gentilezza. Quella del Respiro, della sua 'danza' alla quale Elena ci ha invitato a partecipare con una benda sopra gli occhi. Una danza fluida, sensitiva, movimenti di ricerca, di dolce connessione con il nostro respiro. Provare a seguirlo, ad intercettarlo. Respiro, tocco, sospiro, mi muovo. Dove sei? Dove sei respiro? Voglio ascoltarti, scorri lungo le mie viscere, guidami, indicami la strada che porta a casa...

Ognuna di noi ha poi trovato il suo, stanandolo nel silenzio rumoroso dell'interiore. Ed ha testimoniato questa sua presenza su quello stesso foglio, riempiendo di esso i nostri polmoni(prima disegnati), la nostra casa, il nostro corpo.

Poi...

poi, Elena si è da noi accomiatata lasciandoci cullare il nostro respiro. Lasciandoci cullare.

Con Gentilezza.

Grazie Elena avevamo proprio bisogno di un bel respiro!

Gentile.