Intendo l’arte come gioco e ricerca relazionale, innovativa ed originale, dove l’originalità è data dal riunire, mettere insieme, rintracciando armonia e significazione, sensibile, emozionale, animica e spirituale nella risposta alla propria necessità interiore. “Arte mossa da una necessità profondamente interiore” diceva Kandinsky nella ricerca di un simbolismo universale che permetta di oltrepassare le apparenze del reale, per “parlare del mistero per mezzo del mistero”. Un processo che si incarna in prodotti di immagin-azione che sono in sé immagini ma sono in sé già azioni.

L’arte quindi non solo come strumento, mezzo, ma come spinta, daimon che si manifesta nella necessità di trasformazione alchemica dell’anima, evoluzione dell’essere, apprendimento dall’esperienza e ri-creazione del mondo, che non abbisogna di giustificazioni esterne perché è in sé rivelazione ed in sé evoluzione del potenziale umano. Il suo derivato è il simbolo, piuttosto che il “sintomo”, ovvero esperienza di riconciliazione, di tenere insieme, nell’intuizione di connessioni e continuità tra le dualità e i poli attraverso cui si organizza il mondo che esperiamo e la sua categorizzazione.

Il laboratorio che propongo, animato da questa ricerca di sintesi, tende ad unire più linguaggi artistici, dalle arti grafico-visive, del movimento corporeo al teatro immagine e alla scrittura, con il fine di attivare, attraverso un’espressione spontanea più libera dal giudizio, il potenziale creativo del gruppo per esplorare insieme nello specifico il senso di coerenza, che è visto come un fattore di protezione fondamentale e significativo per promuovere salute.

Parlare di salutogenesi, anziché patogenesi, implica lavorare per sviluppare risorse e potenziale umano perché la salute ha a che fare più che con l’assenza di una patologia, con il senso di coerenza che diamo agli eventi che accadono e con l’interezza del nostro essere, laddove mente, emozioni e corpo sono inscindibili dimensioni governate dalla coscienza di sé che ne è il fulcro.